ADORAZIONE EUCARISTICA

Adorazione del 11 giugno 2020

Preghiera
Eccoci Signore, stiamo qui, alla tua presenza.
Con tutto il peso delle nostre debolezze, 
delle nostre miserie, dei nostri limiti.
Ma con l'anelito di sentirci vicino a Te,
nostro Signore e nostro Dio.
Siamo qui vicino a te con il capo chino
e lo spirito abbandonato al tuo Amore.
Riconduci, Signore, tutti i nostri pensieri nel Tuo pensiero,
insegnaci a non desiderare sempre di capire,
ma di amare, liberaci dal giudizio,
verso noi stessi e verso gli altri,
Signore, insegnaci a pregare,
insegnaci ad amare, totalmente,
gratuitamente, senza sperare di ricevere qualcosa in cambio,
nemmeno se questo qualcosa Sei Tu.

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Prima meditazione

Chi meglio di Gesù può spiegare il valore ed il significato della Messa? In una splendida pagina del diario che Padre Pio, il Santo di Petralcina fa spiegare, con un artificio retorico, la Santa Messa allo stesso Gesù. "Pensate che il sacerdote che mi chiama tra le Sue mani ha un potere che neanche a Mia Madre concessi; riflettete che se, invece di un sacrestano, servissero il sacerdote i più eccelsi serafini, non sarebbero abbastanza degni di stargli vicino. [...] E' degno allora starsene alla Messa pensando altro che a Me? Considerate l'Altare non per quello che lo hanno fatto gli uomini, ma per quello che vale, dato dalla Mia presenza mistica, ma reale. [...] Guardate l'Ostia, vedrete Me umiliato per voi; guardate il Calice in cui il Mio Sangue ritorna sulla terra ricco com'è di ogni benedizione. Offritemi, offritemi al Padre, per questo io torno tra voi. [...] Se vi dicessero: "Andiamo in Palestina a conoscere i luoghi santi dove Gesù ha vissuto e dove è morto", il vostro cuore sussulterebbe, è vero? Eppure l'Altare sul quale io scendo ora è più della Palestina, perché da questa me ne sono partito venti secoli fa e sull'altare io ritorno tutti i giorni vivo, vero, reale, sebbene nascosto, ma sono io, proprio io che palpito tra le mani del Mio ministro, io torno a voi, non simbolicamente, oh no, bensì veramente; ve lo dico ancora; veramente [...]. Getsemani, Calvario, Altare! Tre luoghi di cui l'ultimo, l'Altare, è la somma del primo e del secondo; sono tre luoghi, ma uno soltanto è Colui che vi troverete. Portate i vostri cuori sul corporale santo che sorregge il Mio Corpo; tuffatevi in quel Calice divino che contiene il Mio Sangue. È lì che l'Amore stringerà il Creatore, il Redentore, la vostra Vittima ai vostri spiriti; è lì che celebrerete la gloria Mia nell'umiliazione infinita di Me stesso. Venite all'Altare, guardate Me, pensate intensamente a Me" (Padre Pio)

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Seconda meditazione
Tu forse dici: «È il mio solito pane». Ma questo pane è pane prima delle parole sacramentali; quando interviene la consacrazione, da pane diventa carne di Cristo. Spieghiamo dunque come può essere corpo di Cristo ciò che è pane. Con quali parole e con le espressioni di chi, si compie la consacrazione? Del Signore Gesù. Infatti tutte le altre formule che si dicono precedentemente sono dette dal sacerdote: si loda Dio; gli si rivolgono le preghiere; si intercede per il popolo, per i sovrani, per tutti gli altri. Ma quando si viene a compiere il venerabile sacramento, il sacerdote non usa più le sue parole ma quelle di Cristo. È dunque la parola di Cristo a compiere questo sacramento... Nello stesso modo, dopo aver cenato, la vigilia della sua passione, prese il calice... lo benedisse, lo diede ai suoi apostoli e discepoli, dicendo: «Prendete e bevetene tutti: questo infatti è il mio sangue». Fai attenzione: tutte queste parole sono dell'evangelista fino a prendete sia il corpo sia il sangue. Poi sono parole di Cristo: «Prendete e bevetene tutti: questo infatti è il mio sangue»... Quando ti presenti per riceverlo, il vescovo ti dice «Il corpo di Cristo» e tu rispondi «Amen», cioè: è vero. Il tuo animo custodisca ciò che la tua lingua riconosce. ...Il corpo nato dalla Vergine: è proprio questo corpo che produciamo. Non cercare a questo punto l'ordine naturale nel corpo di Cristo: il Signore Gesù è stato partorito da una Vergine al di fuori del corso normale di natura. La vera carne di Cristo fu crocifissa e sepolta. È, quindi, veramente il sacramento della sua carne. Lo stesso Signore Gesù ha proclamato: "Questo è il mio corpo". Prima che si pronuncino le divine parole della benedizione, questo viene chiamato con altro nome; dopo la consacrazione, è il suo corpo. La stessa cosa Gesù ha detto per il suo sangue. Prima della consacrazione ciò è chiamato con altro nome; dopo, è il suo sangue. Dicendo Amen, tu proclami: È vero! Il tuo spirito aderisca a quanto la tua bocca pronuncia! E il tuo cuore riecheggi ciò che la parola esprime! (Sant'Ambrogio) 


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Terza meditazione
Tutte le buone opere messe insieme non equivalgono al sacrificio della Messa, perché sono opere degli uomini, mentre la Santa Messa è opera di Dio. Non c'è niente di tanto grande quanto l'Eucaristia. Dopo la consacrazione, il buon Dio è là, come in cielo. Quanto è bello! Se l'uomo conoscesse bene questo mistero, ne morirebbe d'amore. Dio ha cura di noi a causa della nostra debolezza. Allorché Dio volle dare un nutrimento alla nostra anima per sostenerla durante la sua esistenza, egli lasciò vagare il suo sguardo su tutta la creazione non trovando nulla che fosse degno di essa. Allora si ripiegò su se stesso, decidendo di donare se stesso. Cosa si potrebbe pensare vedendo come la maggioranza dei cristiani si comporta nelle nostre chiese? Alcuni hanno la mente che va ai loro affari temporali, altri ai loro piaceri; uno dorme, un altro non vede l'ora che finisca; si gira la testa qui e là, si sbadiglia, ci si gratta, si sfoglia il libretto; non si vede l'ora che i sacri offizi volgano presto al termine. La causa della rilassatezza del sacerdote è che non fa attenzione alla Messa! Mio Dio come è da compiangere un prete che celebra come se facesse una cosa ordinaria!» Fratelli miei, se noi avessimo gli occhi degli angeli, vedendo Nostro Signore Gesù Cristo che è qui presente, su quest'altare, e ci guarda; oh quanto l'ameremmo! Vorremmo non separarcene più, e rimanere sempre ai suoi piedi; sarebbe un anticipo delle gioie del Cielo; ogni altra cosa ci diverrebbe insipida. Ma, vedete, è la fede che ci manca; noi siamo poveri ciechi, ed una densa nebbia ci sta davanti agli occhi. La fede soltanto potrebbe dissiparla ... Ora, fratelli miei, quando io solleverò il Signore nelle mie mani, quando il buon Dio vi benedirà, pregatelo che vi apra gli occhi del cuore: ditegli come il cieco di Gerico: - Signore, fate che io veda! - Se voi gli diceste sinceramente: Fate che io veda! otterreste sicuramente ciò che desiderate, perché egli non vuole che il nostro bene; egli ha le mani ricolme di grazie, e cerca a chi distribuirle; ma nessuno ne vuole. Quanta indifferenza e ingratitudine! Fratelli miei, siamo troppo disgraziati se non comprendiamo queste cose! (Santo Giovanni Maria Vianney)

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Quarta meditazione
«Quanto a voi, fategli buona compagnia e non vogliate perdere una così bella occasione per trattare dei vostri interessi, come quella che vi si offre dopo la S. Comunione. Se l'obbedienza vi occupa in altre cose, procurate di rimanerGli uniti con l'anima. Ma se voi portate il pensiero ad altre cose, non fate conto di Lui e neppur pensate che vi sta nell'anima, come volete che vi si dia a conoscere? Quel tempo è assai prezioso perché allora il Maestro ci istruisce: facciamo d'ascoltare, baciamogli i piedi, riconoscenti per tanta sua degnazione, e supplichiamolo di star sempre con noi. Appena comunicate, chiudete gli occhi del corpo e aprite quelli dell'anima per fissarli in fondo al vostro cuore, dove il Signore è disceso. Vi dico, vi torno a dire e ve lo vorrei ripetere all'infinito, che se vi abituate a questa pratica ogni qualvolta vi accostate alla Comunione, il Signore non si nasconderà mai così totalmente da non manifestarsi con qualcuno di quei molti espedienti che ho detto, in proporzione del vostro desiderio: lo potreste desiderare con tanto ardore da indurlo a manifestarsi del tutto. Ma se noi non facciamo conto di Lui, e lo abbandoniamo appena ricevuto... che volete che faccia? Deve costringerci a guardarlo per potersi manifestare? Non è già per una grande misericordia se ci assicura che Egli è nel SS. Sacramento e vuole che ci crediamo? Ma quanto a mostrarsi svelatamente, a comunicare le sue grandezze e a diffondere i suoi tesori, è questo un favore che non vuol concedere se non a coloro che vede molto desiderosi» (Santa Teresa d'Avila) 

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