PREGHIERE

La preghiera è il nostro dire sì al Signore, al suo amore che ci raggiunge;
è accogliere lo Spirito Santo che, senza mai stancarsi, riversa amore e vita su tutti.

In fondo a questa pagina puoi leggere cosa ci dice Papa Francesco riguardo alla preghiera. 


PREGHIERE

Preghiera a San Michele Arcangelo
O glorioso San Michele Arcangelo, Principe dell'esercito celeste,
difendici nella lotta contro i dominatori di questo mondo di tenebre
e contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti.
Vieni in aiuto agli uomini che Dio ha creato a propria immagine
e riscattato a caro prezzo dalla tirannia del demonio.
La Santa Chiesa ti venera come suo custode e patrono.
Il Signore ti ha affidato la missione di accogliere nella felicità del cielo le anime dei redenti.
Prega il Dio della pace, perché schiacci satana sotto i nostri piedi,
impedendogli di continuare a tenere gli uomini in schiavitù
e di nuocere alla Chiesa.
Porta le nostre preghiere al cospetto dell'Altissimo,
perché presto ci venga incontro la sua misericordia.
Incatena il drago, il serpente antico, colui che è diavolo e satana:
legalo e gettalo nell'abisso, così che mai più seduca gli uomini.
Amen.

Preghiera a Maria, Madre della Chiesa e Madre della nostra fede
Aiuta, o Madre, la nostra fede!
Apri il nostro ascolto alla Parola, perché riconosciamo la voce di Dio e la sua chiamata.
Sveglia in noi il desiderio di seguire i suoi passi, uscendo dalla nostra terra e accogliendo la sua promessa.
Aiutaci a lasciarci toccare dal suo amore, perché possiamo toccarlo con la fede.
Aiutaci ad affidarci pienamente a Lui, a credere nel suo amore, soprattutto nei momenti di tribolazione e di croce, quando la nostra fede è chiamata a maturare.
Semina nella nostra fede la gioia del Risorto.
Ricordaci che chi crede non è mai solo.
Insegnaci a guardare con gli occhi di Gesù, affinché Egli sia luce sul nostro cammino.
E che questa luce della fede cresca sempre in noi, finché arrivi quel giorno senza tramonto,
che è lo stesso Cristo, il Figlio tuo, nostro Signore! 

Preghiera a Maria che scioglie i nodi
Vergine Maria, Madre che non hai mai abbandonato un figliolo che grida aiuto,
Madre le cui mani lavorano senza sosta per i tuoi figli tanto amati,
perché sono spinte dall'amore divino e dall'infinita misericordia che esce dal tuo cuore,
volgi verso di me il tuo sguardo pieno di compassione,
guarda il cumulo di 'nodi' che soffocano la mia vita.
Tu conosci la mia disperazione e il mio dolore.
Sai quanto mi paralizzano questi nodi e li ripongo tutti nelle tue mani.
Nessuno, neanche il demonio, può sottrarmi dal tuo aiuto misericordioso.
Nelle tue mani non c'è un nodo che non sia sciolto.
Vergine madre, con la grazia e il tuo potere d'intercessione presso tuo Figlio Gesù,
mio Salvatore, ricevi oggi questo 'nodo' (nominarlo se possibile).
Per la gloria di Dio ti chiedo di scioglierlo e di scioglierlo per sempre.
Spero in te. Sei 'unica consolatrice che il Padre mi ha dato.
Sei la fortezza delle mie deboli forze, la ricchezza delle mie miserie,
la liberazione da tutto ciò che m'impedisce di essere con Cristo.
Accogli la mia richiesta. Preservami, guidami, proteggimi.
Sii il mio rifugio. Maria, che sciogli i nodi, prega per me. 

Offerta della giornata (Santa Teresa di Lisieux)

Mio Dio, vi offro tutte le azioni che compirò quest'oggi con le intenzioni e per la gloria del Sacro Cuore di Gesù; voglio santificare i battiti del mio cuore, i miei pensieri e le mie opere, anche le più semplici, unendole ai suoi meriti infiniti, e riparare le mie mancanze gettandole nella fornace del suo amore misericordioso. O mio Dio! Voglio domandarti per me e per quelli che mi sono cari, la grazia di adempiere perfettamente la vostra santa volontà, di accettare per tuo amore le gioie e le pene i questa vita passeggera perché noi siamo un giorno riuniti nei cieli per tutta l'eternità.

Preghiere tratte dal sito del Vaticano. Per altre preghiere cliccare qui

Inondami del tuo Spirito (Card. Newman)
O Gesù, inondami del tuo Spirito e della tua vita.
Penetra in me e impossessati del mio essere, così pienamente, 
che la mia vita sia soltanto un'irradiazione della tua.
Aiutami a spargere il profumo di te, ovunque vada. 
Che io cerchi e veda non più me, ma soltanto te.
Fa' che io ti lodi, nel modo che a te più piace,
effondendo la tua luce su quanti mi circondano.
Che io predichi te senza parlare,
non con la parola, ma col mio esempio,
con la forza che trascina, 
con l'amore che il mio cuore nutre per te. Amen. 

Signore, sii in me (Card. Newman) 
Sii, Signore, in me per rinforzarmi,
fuori di me per custodirmi,
sopra di me per proteggermi,
sotto di me per consolidarmi,
davanti a me per guidarmi,
dietro di me per seguirmi,
tutt'intorno per rendermi sicuro. 

Guidami (Card. Newman) 
Guidami, luce gentile, in mezzo alle tenebre guidami tu.
Buia è la notte e la mia casa è lontana: guidami tu.
Dirigi tu il mio cammino; di vedere lontano
non te lo chiedo - un solo passo sicuro mi basta.
In passato non pensavo così, né ti pregavo: guidami tu.
Amavo scegliere da solo la via; ma ora guidami tu.
Amavo la luce del giorno e senza timore
cedevo all'orgoglio - non ricordare, ti prego, il passato.
A lungo tu mi sei stato vicino;
posso dunque ripetere: guidami tu.
Fra acquitrini e paludi, fra crepacci e torrenti
finché la notte è trascorsa.
All'alba, quei volti di angeli torneranno a sorridere

Guidami, o luce benevola (Card. Newman)
Guidami, o luce benevola, tra le tenebre che mi circondano, Guidami Tu!
La notte è buia e io sono lontano da casa, Guidami Tu!
Sostieni il mio cammino; non chiedo di vedere l'orizzonte lontano;
un passo alla volta è ciò che mi basta.
Non sono sempre stato così, né ho pregato perché Tu mi guidassi.
Amavo far le mie scelte e conoscere il cammino, ma ora Guidami Tu!
Amavo i giorni vistosi, nonostante le paure, l'orgoglio dominava la mia volontà:
non ricordare più gli anni passati.
La Tua potenza mi ha benedetto per così lungo tempo, senza dubbio Essa mi guiderà ancora, attraverso lande e paludi, rocce e torrenti, fino a quando La notte sarà trascorsa;
e, con il mattino, tornerà quel sorriso angelico, che per tanto tempo ho amato,
ma che per un po' avevo perso.

Per altre preghiere del Card. Newman cliccare qui

«La preghiera è il respiro dell'anima: quando prego Dio respira in me»

Papa Francesco, Angelus 14.12.2014

Papa Francesco è anzitutto un uomo di preghiera. Basta osservarlo al mattino quando, terminata la Messa delle 7, si siede nei banchi in fondo della cappella e prega in silenzio.
La sua giornata è scandita dall'orazione. 
Il pontefice si sveglia alle 4.45, recita il mattutino, le lodi e l'ufficio delle letture; legge e medita le letture della Messa del giorno. Da questa riflessione trae spunto per l'omelia. Prima dei pasti recita una breve preghiera e al termine un brevissimo segno di ringraziamento. In serata recita il rosario e prima di cena un altro momento di orazione in cappella. Dopo cena recita la compieta (l'ultima preghiera del breviario).

Un'arma potente. La preghiera non è una buona pratica per mettersi un po' di pace nel cuore e nemmeno un mezzo devoto per ottenere da Dio quel che ci serve. Se fosse così, sarebbe mossa da un sottile egoismo: io prego per star bene, come se prendessi un'aspirina. No, non è così. La preghiera è un'altra cosa: è un'opera di misericordia spirituale, che vuole portare tutto al cuore di Dio; è dire: «Prendi Tu, che sei Padre. Guardaci Tu, che sei Padre». È questo rapporto con il Signore. La preghiera è un dono di fede e di amore, un'intercessione di cui c'è bisogno come del pane. In una parola, significa affidare: affidare la Chiesa, affidare le persone, affidare le situazioni al Padre, perché se ne prenda cura. Discorso, 6 febbraio 2016

Un dialogo con Dio. La preghiera prende e richiede tempo. Infatti pregare è anche "negoziare" con Dio per ottenere quello che chiedo al Signore, ma soprattutto per conoscerlo meglio. Ne viene fuori una preghiera come da un amico a un altro amico.
Del resto la Bibbia dice che Mosè parlava al Signore faccia a faccia, come un amico. E così deve essere la preghiera: libera, insistente, con argomentazioni. Persino "rimproverando" un po' il Signore: «Ma tu mi hai promesso questo e non l'hai fatto!». È come quando si parla con un amico: aprire il cuore a questa preghiera. Omelia a Santa Marta, 3 aprile 2014

Non è una formula magica. Per pregare non c'è bisogno di far rumore né di credere che sia meglio spendere tante parole. Non ci si deve affidare al rumore della mondanità individuato da Gesù nel far suonare la tromba o in quel farsi vedere il giorno del digiuno. Per pregare non c'è bisogno del rumore della vanità: Gesù ha detto che questo è un comportamento proprio dei pagani. La preghiera non va considerata come una formula magica: non si fa magia con la preghiera. Negli incontri con gli stregoni si spendono tante parole per ottenere ora la guarigione, ora qualcos'altro con l'aiuto della magia. Ma questo è pagano.

Come si deve pregare allora? È Gesù che ce lo ha insegnato: dice che il Padre che è in cielo sa di quali cose avete bisogno, prima ancora che glielo chiediate. Dunque, la prima parola sia "Padre". Questa è la chiave della preghiera. Senza dire, senza sentire questa parola, non si può pregare.
Chi prego? Il Dio Onnipotente? È troppo lontano. Questo non lo sento, Gesù neppure lo sentiva. Chi prego? Il Dio cosmico? Un po' abituale in questi giorni, no? Questa modalità politeista arriva con una cultura superficiale.
Bisogna invece pregare il Padre, colui che ci ha generato. Ma non solo: bisogna pregare il Padre "nostro", cioè non il Padre di un generico e troppo anonimo "tutti", ma colui che ti ha generato, che ti ha dato la vita, a te, a me, come persona singola.
È il Padre che ti accompagna nel tuo cammino, quello che conosce tutta la tua vita, tutta; quello che sa ciò che è buono e quello che non lo è. Conosce tutto. Ma non basta ancora: se non incominciamo la preghiera con questa parola non detta dalle labbra, ma detta dal cuore, non possiamo pregare come cristiani. Omelia a Santa Marta, 20 giugno 2013

Preghiera e memoria. La preghiera, proprio perché si nutre del dono di Dio che si riversa nella nostra vita, dovrebbe essere sempre ricca di memoria. La memoria delle opere di Dio è alla base dell'esperienza dell'alleanza tra Dio e il suo popolo. Se Dio ha voluto entrare nella storia, la preghiera è intessuta di ricordi. Non solo del ricordo della Parola rivelata, bensì anche della propria vita, della vita degli altri, di ciò che il Signore ha fatto nella sua Chiesa. Gaudete et exsultate, 19 marzo 2018

Entrare nel mistero. Anche se forse preghiamo da tanti anni, dobbiamo sempre imparare! L'orazione dell'uomo, questo anelito che nasce in maniera così naturale dalla sua anima, è forse uno dei misteri più fitti dell'universo. E non sappiamo nemmeno se le preghiere che indirizziamo a Dio siano effettivamente quelle che Lui vuole sentirsi rivolgere. La Bibbia ci dà anche testimonianza di preghiere inopportune, che alla fine vengono respinte da Dio: basta ricordare la parabola del fariseo e del pubblicano. Solamente quest'ultimo, il pubblicano, torna a casa dal tempio giustificato, perché il fariseo era orgoglioso e gli piaceva che la gente lo vedesse pregare e faceva finta di pregare: il cuore era freddo. E dice Gesù: questo non è giustificato «perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato» (Lc 18, 14).
Il primo passo per pregare è essere umile, andare dal Padre e dire: «Guardami, sono peccatore, sono debole, sono cattivo», ognuno sa cosa dire. Ma si incomincia sempre con l'umiltà, e il Signore ascolta. La preghiera umile è ascoltata dal Signore. Discorso, 5 dicembre 2018

Lotta e abbandono. Pregare non è rifugiarsi in un mondo ideale, non è evadere in una falsa quiete egoistica. Al contrario, pregare è lottare, e lasciare che anche lo Spirito Santo preghi in noi. È lo Spirito Santo che ci insegna a pregare, che ci guida nella preghiera, che ci fa pregare come figli. I santi sono uomini e donne che entrano fino in fondo nel mistero della preghiera. Uomini e donne che lottano con la preghiera, lasciando pregare e lottare in loro lo Spirito Santo; lottano fino alla fine, con tutte le loro forze, e vincono, ma non da soli: il Signore vince in loro e con loro. Omelia, 16 ottobre 2016

Forza e debolezza. Qual è la forza dell'uomo? È quella stessa che ha testimoniato la vedova di cui parla il Vangelo, la quale bussa in continuazione alla porta del giudice. Bussare, chiedere, lamentarsi di tanti problemi, tanti dolori, e chiedere al Signore la liberazione da questi dolori, da questi peccati, da questi problemi. Questa è la forza dell'uomo, la preghiera, anche la preghiera dell'uomo umile, perché se mai in Dio ci fosse una debolezza, questa si manifesta proprio nei confronti della preghiera del suo popolo. Il Signore è debole soltanto in questo.
Dio ha una forza, quando lui vuole, che cambia tutto, lui è capace di modellare tutto di nuovo; ma ha anche una debolezza, la nostra preghiera, la vostra preghiera universale, vicina al Papa in San Pietro. Omelia a Santa Marta, 16 novembre 2013