
STORIA DELLA CHIESA

Una piccola chiesa del Tigullio,
prezioso scrigno d'arte genovese e fiamminga
Due iscrizioni poste nella navata e alcuni archetti romanici visibili all'interno del campanile, oltre a documenti dell'archivio di Stato, testimoniano storicamente la presenza dell'edificio religioso almeno dal XII secolo, anche se l'intitolazione all'Arcangelo San Michele può far supporre una fondazione longobarda.
La chiesa che ammiriamo oggi è il frutto delle trasformazioni e ingrandimenti di quello che all'inizio era un piccolo edificio. L'aspetto attuale è dovuto alla ristrutturazione di metà del 1700 con le decorazioni parietali e della volta ottocentesche.
A fianco dell'edificio principale nel 1674 venne costruito un oratorio dedicato a Sant'Orsola, per dare una degna sede alla relativa confraternita, istituita nel 1628.
L'oratorio, negli anni '60 del secolo scorso, è stato radicalmente trasformato ottenendo dei locali per le attività parrocchiali. Nel salone principale, utilizzato per riunioni e conferenze, sono conservati vari, interessanti, dipinti, i più antichi dei quali risalgono al XVII secolo. A Sant'Orsola sono inoltre dedicati gli affreschi sulla volta del presbiterio e nel catino dell'abside, opera del 1844 di Gerolamo Schiattino, pittore di Santa Margherita Ligure.
La presenza del cospicuo patrimonio artistico raccolto nel corso dei secoli in una chiesa di un piccolo borgo di contadini e pescatori, è dovuta, oltre che ai risparmi dei certamente non ricchi parrocchiani e alla munificenza di facoltose famiglie con proprietà sul posto, anche a rettori e parroci sensibili alla capacità che varie forme d'arte hanno di far contemplare il mistero divino, sia come espressione di una divina armonia, sia come pratica rappresentazione dei misteri della fede cristiana.
Le più significative opere
della chiesa di San Michele di Pagana, Rapallo.

Una raccolta di offerte fra i parrocchiani, iniziata nel 1608, permise di ordinare al pittore Bernardo Castello (1557 - 1629), massimo esponente in Genova della pittura della Controriforma, la pala, ora dietro l'altare maggiore, con San Michele raffigurato con una lancia che trafigge il demonio e con la bilancia per pesare le anime. Una curiosità: al momento di pagare il saldo dell'opera, costata 260 lire, furono trattenute 2 lire, 6 soldi e 5 denari di un anticipo in pesci.

La celebre tela di Anton Van Dyck (Anversa 1599 - Londra 1641) che raffigura Francesco Orero in adorazione di Gesù sulla croce con San Francesco e San Bernardo fu dipinta, si presume, nel 1627, data in cui fu iniziata la costruzione dell'altare marmoreo che la accoglie; il donatore Francesco Orero, era un nobile genovese con abitazione a San Michele, nella proprietà in seguito passata ai marchesi Cattaneo poi agli Spinola e ora prestigiosa sede di rappresentanza dell'Ordine di Malta.
Nel 1738 un parroco munifico (Gio Lorenzo Roncagliolo) donò alla chiesa la croce, con la toccante immagine del Cristo Crocifisso di Anton Maria Maragliano ( Genova, 1664-1739 ) , ora sovrastante l'altar maggiore.
Come scritto sopra, a metà del 1700 la chiesa subì la trasformazione che la portò ad assumere un aspetto simile a quello attuale; di questo periodo sono le quattro grandi statue degli Evangelisti che i registri parrocchiali attribuiscono a Francesco Pisone, milanese del Lago Maggiore.
Il sopraricordato marchese fece da intermediario anche per l'acquisto dal pittore Santino Fortunato Tagliafichi (Genova, 1746-1829) della sua opera Noli me tangere che ammiriamo nel presbiterio di fronte alla splendida tela di Gregorio de Ferrari (1647-1726) raffigurante La Madonna, Gesù Bambino e Sant'Anna, pure proveniente dalle dismissioni napoleoniche.
Nella seconda parte del 1800, si completò la decorazione della chiesa con l'affresco della volta commissionato ai pittori genovesi Giovanni Quinzio e figlio Tullio Salvatore e offerto dalla famiglia Carlevaro, mentre le pareti furono ornate da lesene in marmo decorato offerte dalla famiglia Figari.